Il fenomeno è storicamente attestato
nei paesi del Nordamerica (Stati Uniti d'America, Canada) e dell'Europa centro-settentrionale (Germania, Svezia, Austria,
Svizzera, Belgio e Regno Unito).
Le cause sono attribuite all'emigrazione italiana di massa del XIX° e XX° secolo, a eventi storici, a fatti di cronaca nera (quasi mai del tutto dimostrati), soprattutto di natura bellica, o a futili ostilità campanilistiche.
Le cause sono attribuite all'emigrazione italiana di massa del XIX° e XX° secolo, a eventi storici, a fatti di cronaca nera (quasi mai del tutto dimostrati), soprattutto di natura bellica, o a futili ostilità campanilistiche.
Il contrario etimologico è l'italofilia, quella che oggi regna nella
stragrande maggioranza dei Paesi del mondo, forse perchè meritata
dagli italiani negli anni, forse per fortuna o simpatia, forse per mirati interventi
diplomatici, forse perchè di moda, trendy ... chi lo sa ?! Beh di
sicuro pochi sanno che la quasi totalità degli appellativi/nomignoli che si era soliti dare agli italiani all'estero era legata
alla pasta od a suoi condimenti. E allora i nostri cari nonni negli
States ed in Canada erano “Broccoli” o “Pepperoni” (se non
addirittura “Wop” o “Paisà”), i nostri zii minatori in
Belgio e in Olanda erano “Maccaroni” o “Spaghettivreter” (dall'olandese
“mangiatori di spaghetti”), i nostri padri in Germania erano
“Spaghettifresser” (nei Paesi di lingua tedesca il verbo
“fressen” si usa per gli animali).
Nessun rancore, nessun manifesto
anti-europeista (anzi siamo forti sostenitori dell'unione degli Stati d'Europa), né tantomeno nessuna “cazziata” storica, solo una
“pacata” citazione di vecchie usanze poco garbate nei confronti
dei nostri cittadini e della nostra pasta all'estero.
Se esistesse un Articolo 27 del Manifesto costitutivo della
Compagnia Amatori della Pasta, questo citerebbe: “Riferirsi e riferirci alla pasta con toni
dispregiativi è una cosa che ci indigna e che non dovrà mai più
ripetersi nella storia”.
Scherzosamente lanciamo gli hashtag #orgogliopasta e #pastapride
The phenomenon is historically attested in the countries of North America (United States of America, Canada) and central-northern Europe (Germany, Sweden, Austria, Switzerland, Belgium, France and the United Kingdom). The causes are attributed to the Italian mass emigration of the 19th and 20th centuries, to historical events, to crime news (almost never fully demonstrated), above all of a war nature, or to futile parochial hostilities.
The etymological opposite is Italianophilia, the one that reigns today in the vast majority of countries in the world, perhaps because it is deserved by the Italians, perhaps for luck or sympathy, perhaps for diplomatic interventions, perhaps because of fashion, trendy ... who knows? ! Well, certainly few know that almost all the appellations / nicknames that used to be given to Italians abroad was linked to pasta or its condiments. So our dear grandparents in the States and Canada were "Broccoli" or "Pepperoni" (if not downright "Wop" or "Paisà"), our uncle miners in Belgium and Holland were "Maccaroni" or "Spaghettivreter" ( from the Dutch "spaghetti eaters"), our fathers in Germany were "Spaghettifresser" (in German-speaking countries the verb "fressen" is used for animals).
No grudge, no anti-Europeanist manifesto (indeed we are strong supporters of the union of the States of Europe), let alone no historical "bullshit", only a "peaceful" mention of old unpopular customs towards our citizens and our pasta abroad.
From the Constitutive Manifesto of the Pasta Amatori Company we cite art. 27: "Referring to and referring to pasta with derogatory tones is something that angers us and that will never repeat itself in history".
We jokingly launch the hashtags #orgogliopasta and #pastapride