La vostra azienda nasce a Predazzo, nel
cuore delle Dolomiti, nel lontano 1908, dall'iniziativa
imprenditoriale di Valentino Felicetti (suo bisnonno). Cosa spinge
Valentino a creare un pastificio nella regione degli "spatzle"
e dei "canederli" e, soprattutto, ad oltre 1.000 metri di
altitudine ?
In realtà la produzione di pasta secca
era molto presente nelle valli alpine. La pasta, allora prodotta con
cereali coltivati in zona, grano tenero, farro, grano saraceno, orzo,
segale, erano macinati e tradotti in pasta che poteva essere
consumata anche durante il periodo invernale, quando le comunicazioni
con le valli principali (nel nostro caso la valle dell’Adige),
erano interrotte dalla neve.
Qual è stato il primo formato di pasta
prodotto dall'azienda ?
Non lo so di preciso, ma mi pare
fossero dei tubetti lisci.
Ognuno ha il suo formato preferito.
Qual è il suo ? E a quale condimento lo abbinerebbe ?
Non ho un formato preferito in
assoluto. Prediligo però gli spaghetti e se devo abbinarci un
condimento speciale, allora dico “i ricci di mare” di Luca
Fantin.
Dove viene coltivato il grano per la
produzione della vostra pasta ?
Il grano viene coltivato in Italia, in
aree vocate alla produzione di diverse specie monovarietali. Puglia,
Sicilia, Maremma e Umbria, prevalentemente.
In quale regione italiana riscontrate
le maggiori vendite ?
Il Trentino Alto Adige rimane il nostro
mercato prevalente in italia, ma abbiamo belle risposte da molte
altre regioni italiane su cui spicca il Lazio.
Quali caratteristiche rendono “unica”
la vostra pasta ?
Un abbinamento di ingredienti, scelte
tecnologiche, fattore umano e amore.
Qual è la persona più famosa che ha
mangiato la vostra pasta ?
Tante persone famose hanno mangiato la
nostra pasta, ma preferisco sapere che ogni giorno un milione di
persone sono felici mangiando un nostro piatto di pasta.
Vi fa più piacere un apprezzamento dei
vostri prodotti se fatto da un italiano o da uno straniero ?
Ogni apprezzamento è motivo di
piacere, come ogni critica costruttiva è fonte di crescita.
Cosa ne pensa del legame sempre più
stretto che si sta creando tra food blogger ed aziende alimentari ?
Per uscire dal mondo omologato delle
commodities in cui l’unico valore distintivo è il prezzo, il
racconto di quello che si fa diventa molto importante. Non sempre i
produttori sono bravi a divulgare le loro straordinarie storie di
passione. I food blogger hanno di certo aiutato a far emergere delle
aziende che non potevano farlo attraverso gli scaffali. Le derive
commerciali non sono salutari, ma la critica feroce che talvolta
viene rivolta alla categoria è altrettanto negativa.
Nell'ultimo decennio, in Italia, la
qualità della pasta è cresciuta in maniera esponenziale. Chi o cosa
ha realmente determinato il successo del marchio Felicetti ?
Abbiamo saputo raccontare il nostro
lavoro con coerenza e senza esagerazioni. Ma soprattutto abbiamo
saputo confermare nel piatto quanto abbiamo raccontato.
Oggi quanto dovrebbero contare, per
un'azienda, i concetti di sostenibilità ambientale e di educazione
ad evitare lo spreco alimentare ?
La sostenibilità ambientale è un
elemento fondante del lavoro della nostra azienda. Partiamo dalle
materie prime. Le buone pratiche agricole hanno permesso innanzitutto
di ridurre l’uso di prodotti chimici in agricoltura e poi di
procedere allo sviluppo di un’agricoltura biologica capace di
sostenere il confronto qualitativo con l’agricoltura convenzionale.
Dal 1995 produciamo pasta biologica e oggi il “bio” compone il
60% del nostro fatturato. Produciamo il 95% dell’energia attraverso
impianti di cogenerazione e di cellule fotovoltaiche. Questi sono
solo gli esempi più importanti, un altro che riguarda il packaging
verrà comunicato a settembre. Vivere in Val di Fiemme, lavorare in
una Valle dolomitica ci fa sentire molto responsabili, perchè
l’ambiente lo “senti” e vedendolo quotidianamente è naturale
rispettarlo.
Se le diciamo “croce d'oro piena,
smaltata verde, caricata di uno scudo di forma tonda” cosa le viene
in mente ?
Mi viene in mente un momento storico
per la mia Famiglia, la stretta di mano del Presidente Mattarella a
quattro generazioni di Felicetti, l’attestato dell’importanza
della nostra famiglia per l’economia di una piccola valle
dolomitica.
Ha già fatto il conto delle
soddisfazioni ? Quali sono i suoi progetti futuri ?
Non sono abituato a soffermarmi sulle
soddisfazioni, ma guardo avanti. Nel futuro ci sono parecchi
progetti, il primo vede la conclusione del nuovo stabilimento di
Molina di Fiemme, successivamente l’inserimento in azienda dei
nostri figli della 5 generazione eppoi progetto di rallentare,
osservandoli far crescere il pastificio, così come i nostri genitori
hanno fatto con noi.
Our journey into the world of pasta companies begins in Trentino Alto Adige. There it is where the Italian language merges with the Ladin language, where Celtic history mixes with the classical one, there it is where enchanting and uncontaminated places still exist, populated by people anchored to traditions but concrete and resolute, who can look forward. Moving from south to north, beyond the "futurist corridors" of the Mart (Rovereto), passing through the cathedral of San Vigilio (Trento) and just beyond the "wood road", precisely in Predazzo, in the Val de Flém (in local dialect), one of the main Dolomite valleys, there is a building decorated with giant spaghettoni, the production site of one of the most important Italian companies, the Pastificio Felicetti. And it is precisely at his owner, Cav. Riccardo Felicetti, whom we address our interview.
Your company was born in Predazzo, in the heart of the Dolomites, way back in 1908, from the entrepreneurial initiative of Valentino Felicetti (his great-grandfather). What drives Valentino to create a pasta factory in the region of the "spatzle" and "canederli" and, above all, at over 1,000 meters above sea level?
In reality, the production of dry pasta was very present in the Alpine valleys. The pasta, then produced with cereals grown in the area, soft wheat, spelled, buckwheat, barley, rye, were ground and translated into pasta that could also be consumed during the winter, when communications with the main valleys (in our case the Adige valley), were interrupted by the snow.
What was the first pasta shape produced by the company?
I don't know exactly, but I think they were smooth tubes.
Everyone has their favorite shape. What's yours? And which seasoning would you combine it with?
I don't have an absolute favorite shape. But I prefer spaghetti and if I have to combine it with a special dressing, then I say "sea urchins" by Luca Fantin.
Where is wheat grown for the production of your pasta?
Wheat is grown in Italy, in areas suited to the production of various monovarietal species. Puglia, Sicily, Maremma and Umbria, mainly.
In which Italian region do you find the biggest sales?
Trentino Alto Adige remains our prevailing market in Italy, but we have good answers from many other Italian regions on which Lazio stands out.
What features make your pasta "unique"?
A combination of ingredients, technological choices, human factor and love.
Who is the most famous person who ate your pasta?
Many famous people have eaten our pasta, but I prefer to know that every day a million people are happy eating our pasta dish.
Are you more pleased with an appreciation of your products if done by an Italian or a foreigner?
Every appreciation is a reason for pleasure, as every constructive criticism is a source of growth.
What do you think of the ever closer bond that is being created between food bloggers and food companies?
To get out of the approved world of commodities where the only distinctive value is the price, the story of what you do becomes very important. Producers are not always good at divulging their extraordinary passion stories. Food bloggers certainly helped bring out companies that couldn't do it on the shelves. The commercial drifts are not healthy, but the fierce criticism that is sometimes addressed to the category is equally negative.
In the last decade, in Italy, the quality of pasta has grown exponentially. Who or what really determined the success of the Felicetti brand?
We have been able to tell our work consistently and without exaggeration. But above all we have been able to confirm what we have told on the plate.
How much should the concepts of environmental sustainability and education to avoid food waste count for a company today?
Environmental sustainability is a fundamental element of our company's work. Let's start with the raw materials. The good agricultural practices have allowed first of all to reduce the use of chemical products in agriculture and then to proceed with the development of organic agriculture capable of supporting the qualitative comparison with conventional agriculture. We have been producing organic pasta since 1995 and today "bio" makes up 60% of our turnover. We produce 95% of the energy through cogeneration and photovoltaic cell plants. These are just the most important examples, another one concerning packaging will be communicated in September. Living in Val di Fiemme, working in a Dolomite valley makes us feel very responsible, because the environment "feels" it and seeing it daily is natural to respect it.
If we say "full gold cross, green enamel, loaded with a round shield" what comes to your mind?
I am reminded of a historical moment for my family, the handshake of President Mattarella to four generations of Felicetti, the certificate of the importance of our family for the economy of a small Dolomite valley.
Have you already counted the satisfactions? What are your future plans?
I am not used to dwelling on satisfactions, but I look forward. In the future there are several projects, the first one sees the conclusion of the new factory in Molina di Fiemme, then the inclusion of our 5 generation children in the company and then I plan to slow down, watching them grow the pasta factory, just as our parents did with us.